Sembrano velleità ma non lo sono. La creatività e la passione sono energie molto precise che tirano fuori quello che alcuni definiscono il Guaritore Interiore: è la capacità del corpo di contribuire in modo attivo alla guarigione.
La diagnosi di tumore porta un carico inevitabile di rabbia e dolore. Non tutti lo vogliono riconoscere, ma rabbia e dolore sono passaggi obbligatori nella reazione sana a quello che a tutti gli effetti è un lutto. Rabbia e dolore arrivano anche quando si crede di avere affrontato la diagnosi e le cure senza soffrire troppo, in modo positive. Possono manifestarsi a distanza di mesi o anni o esprimersi con comportamenti e pensieri anomali e aggressività nei confronti degli altri. E molte teorie che connettono mente e corpo all’insorgenza di alcune malattie suggeriscono che nei tumori possa esserci una quota di repressione psicologica dei desideri veri, delle passioni, delle emozioni che la razionalità ritiene pericolose.
Per tutte queste ragioni ho sempre incitato le donne con tumore al seno a tirare fuori i talenti creativi, a esprimere le emozioni, le energie, la fantasia, la rabbia, il dolore, la voglia di vita e di salute attraverso la creatività. E con l’arte: l’arte della bellezza, dell’espressione artistica, della liberazione di sé.
Danza, arteterapia, recitazione, composizioni floreali, canto, ogni forma di libertà creativa è una cura, e lo è realmente, in modo concreto.
Così come l’attività fisica, anche la creatività riduce il rischio di ammalarsi di tante malattie e disturbi, smuove l’amore per un progetto, per un sogno, per uno scopo nella vita. Non dimentichiamo che la categoria professionale più longeva del mondo, a prescindere dalle abitudini di vita e dal DNA, è quella degli artisti. Il motivo, secondo gli scienziati, è che tirano fuori il vero sé e lo esprimono creando e non fermandosi mai.