Potrei dire che la scelta del centro cui riferirsi in caso di tumore al seno vada sempre bene perché il livello di eccellenza è uguale, ma mentirei. Non è un giudizio sulle singole strutture, è inevitabile che alcuni ospedali e istituti investano di più o di meno su ricerca e cura in questa o quella patologia e di conseguenza la casistica sia più o meno numerosa.
La diagnosi di tumore al seno è uno shock, un trauma molto profondo che in psicologia si paragona a un lutto. Immediatamente dopo questa diagnosi sorge il problema di andare da qualche parte per farsi aiutare. Ecco che gli studi scientifici dovrebbero dare una mano nella scelta: pare infatti, e la scienza lo conferma, che guariscano di più le persone che hanno scelto per se stesse i centri con maggiore esperienza nella patologia specifica.
La tentazione di correre e riferirsi al primo medico disponibile nella struttura più vicina con tempi di attesa inesistenti è comprensibile, ed è comprensibile volere credere che un medico con una casistica scarsa che assicura di applicare le medesime tecniche rispetto agli istituti di eccellenza sia sincere. Il fatto è che la fretta, il panico non devono spingere a fermarsi prima di avere contattato un centro (e medici) con casistica realmente alta.
Un dettaglio importante è, per esempio, chiedere al chirurgo senologo quanti casi abbia operato nella sua carriera e da quanti anni si dedichi esclusivamente alla chirurgia del tumore al seno. Vale anche per i senologi più visibili nei media, soprattutto nella Rete (non è detto che abbiano esperienza reale, che è ciò che serve).
Il tasso di guarigione è più alto con l’eccellenza, non con la corsa nel primo centro che si trova. L’eccellenza garantisce la personalizzazione e la conoscenza di tutti gli strumenti a disposizione, anche i più innovative.