Interessanti risultati da una meta-analisi dell’Università di Sheffield su un grande numero di dati (più di 18000 donne): i bifosfonati, i farmaci normalmente usati per prevenire le fratture delle ossa in caso di osteoporosi, sembrano ridurre la capacità delle cellule tumorali di creare metastasi alle ossa (e in altri organi).
Uno dei maggiori problemi del tumore al seno è che può provocare metastasi a distanza di tempo dal trattamento del tumore primitivo: le ossa sono spesso la prima sede di queste metastasi. Le cellule tumorali sembrano in grado di produrre una sostanza che induce una maggiore fragilità delle ossa, facilitando così la comparsa di metastasi nei mesi e anni successivi alla cura chirurgica di un tumore al seno.
Le donne che assumono bifosfonati per il trattamento della menopausa hanno un rischio inferiore di metastasi ossee perché questi farmaci irrobustiscono il tessuto osseo e lo rendono meno vulnerabile all’attacco tumorale.
Anche la sopravvivenza delle donne affette da tumore al seno si è dimostrata superiore in caso di assunzione di bifosfonati, confermando che l’effetto protettivo vada oltre la semplice copertura ossea.