Spesso mi si chiede cosa pensi delle terapie alternative: rispondo che non mi interessa ciò che esclude la medicina convenzionale, ma sono curioso di conoscere ciò che può aggiungere benessere per i pazienti affiancando le terapie che la scienza ha dimostrato valide.
Il miele Manuka è un tipo particolare di miele che si produce solo in Nuova Zelanda, ma si esporta in tutto il mondo. Da alcuni anni è studiato con grande attenzione e le pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali sono tante: un componente di questo miele, che per semplicità si definisce Unique Manuka Factor UMF (Fattore Unico Manuka), è potente nel debellare infezioni della pelle anche resistenti agli antibiotici e ha una buona efficacia nella cura del reflusso gastroesofageo, dell’ulcera gastrica e duodenale, della Candida, della psoriasi e dell’eczema. In realtà questo fattore non è l’unico a determinare il potere del miele: si tratta di un insieme di elementi in sinergia.
In particolare si è visto che i prodotti di medicazione derivati dal miele Manuka inducono miglioramento in situazioni infettive della pelle ostinate e difficili, e in soggetti diabetici. Anche alcune ferite chirurgiche complicate e le piaghe da decubito sono state trattate con Manuka con buoni risultati. E mangiare Manuka con regolarità aumenta le difese immunitarie, contribuisce a migliorare o risolvere i sintomi del reflusso e dell’ulcera e può agire positivamente sui fastidi da Candida o altre micosi.
La concentrazione del Fattore Unico Manuka è sempre riportata sulla confezione: più alta è, più l’effetto è probabile.
Non significa che il miele Manuka sostituisca le medicine: le affianca, le aiuta, e a quanto pare funziona. Un’avvertenza, però: sempre di miele si tratta, quindi contiene zuccheri e muove la glicemia. Un uso smodato di miele non è salutare: la regolarità va bene, l’eccesso assolutamente no. Un cucchiaino la mattina a digiuno è la dose suggerita.