In questi giorni quando visito una donna che ho operato o opererò al seno sento spesso la seguente frase: “Devo stare attenta al virus perché sono / sarò immunodepressa”. Come se un tumore al seno facesse diventare automaticamente immunodepresse, quindi con necessità particolari rispetto alle altre persone.

In realtà, le donne che hanno avuto un tumore al seno e, dopo un intervento, stanno assumendo le terapie che bloccano gli ormoni non hanno motivi per un’immunodepressione: salvo eccezioni che non dipendono da queste terapie, la loro immunità è del tutto normale.

Nei tempi del contagio del Coronavirus, queste donne devono restare a casa come tutti gli altri e proteggersi come tutti gli altri, senza pensare di avere un sistema immunitario poco efficace: la loro immunità è sana. I medici di Medicina Generali e noi senologi, incaricati di eseguire i controlli ogni sei mesi, ci accorgeremmo subito di un problema immunitario grazie agli esami del sangue che prescriviamo: in assenza di tale constatazione, non è da ritenersi immunodepressa una donna operata al seno che stia proseguendo il percorso di cura con i bloccanti ormonali.

Una donna che stia ricevendo chemioterapia, invece, ha un’immunità che dipende dagli effetti dei farmaci: in alcuni periodi potrebbe essere immunodepressa, e lo saprebbe senz’altro perché i medici di riferimento le spiegherebbero che nelle cellule del sangue c’è stato un calo. Le precauzioni nei confronti dei virus dovrebbero essere molto alte, speciali, per tutta la durata dell’alterazione negli esami del sangue.

L’immunodepressione è una condizioni fisica che si dimostra attraverso gli esami: non è una convinzione personale, e anzi la mente dovrebbe contribuire a tenere su le cellule dell’immunità attraverso la fiducia e i pensieri positivi per il presente e il futuro. Non dovrebbe sentire immunodepresso chi non lo è: avere amore per il proprio corpo è una procedura di salute.