Nella maggioranza dei casi i tumori al seno hanno cellule sensibili ad alcuni ormoni sessuali, in particolare agli estrogeni e al progesterone. Le cellule tumorali nascono da cellule normali del tessuto mammario, un tessuto fortemente dipendente dagli ormoni sessuali femminili.
Bloccare la produzione o l’efficacia di estrogeni e progesterone è una strategia preventiva per ridurre il rischio che un tumore si ripresenti dopo l’intervento chirurgico, ma anche in altre fasi della malattia cronica.
Il blocco degli ormoni sessuali femminili si può effettuare con farmaci diversi: alcuni impediscono agli ormoni, normalmente prodotti, di funzionare (un esempio è Tamoxifene), altri impediscono la produzione di ormoni da parte di alcuni organi e tessuti (agiscono così Femara e Arimidex). Il risultato è che il corpo ha una minore quantità di ormoni sessuali efficaci.
La scelta del farmaco dipende dalla situazione e dall’esame istologico. Gli effetti collaterali sono simili a una menopausa, con alcune differenze.
Le vampate di calore con o senza disturbi del sonno, la tendenza a ingrassare e a gonfiare per un metabolismo degli zuccheri alterato e una maggiore ritenzione idrica, la secchezza vaginale e il calo del desiderio sessuale sono gli effetti collaterali più frequenti.
Per i problemi di peso un’alimentazione adeguata e soprattutto l’esercizio fisico almeno tre volte a settimana rappresentano una valida soluzione, per i problemi nella sfera sessuale è importante che la donna mantenga alta la voglia di tutelare il proprio equilibrio.
Le sessualità nella donna dipende dagli ormoni, ma è anche molto legata alla psiche: la secchezza vaginale si può trattare con prodotti locali privi di ormoni o con sistemi laser, il desiderio dipende dal tipo di stimolo e da quanta armonia esista con il/la partner.
Le vampate di calore rispondono bene all’attività fisica, e per i disturbi del sonno è bene tentare l’uso della melatonina o prodotti naturali prima di ricorrere a farmaci (quasi mai necessari).
I dolori articolari si possono manifestare durante la terapia con alcuni farmaci specifici. Di solito sono dolori benigni, senza lesione dell’osso o delle articolazioni, e l’attività fisica è la prima importantissima cura, ma alcuni farmaci (come Arimidex e Femara) possono contribuire a peggiorare una condizione di osteopenia o osteoporosis. Quindi è bene controllare lo stato delle ossa con una densitometria periodica e integrare l’attività fisica obbligatoria e regolare con assunzione di vitamina D. L’alimentazione deve essere adeguata, con il supporto adatto di minerali e calcio.
Alcune donne lamentano perdita o diradamento dei capelli. Se è vero che il diradarsi dei capelli può verificarsi durante queste terapie, è molto raro che ci sia una perdita vera e propria. Non è facile distinguere l’effetto del blocco ormonale dal profondo stress conseguente a una diagnosi di tumore (che contribuisce a diradare i capelli). I trattamenti dermatologici per la caduta dei capelli vanno discussi anche con i senologi di riferimento (soprattutto se contengono ormoni).
L’esercizio fisico è fondamentale per tutti gli effetti collaterali da blocco ormonale.
Sembra che perfino la secchezza vaginale e le vampate di calore si attenuino nelle donne che almeno tre volte ogni settimana si dedicano a un’attività fisica intensa, per non parlare della prevenzione dell’osteoporosi e dei problemi circolatori. Con Tamoxifene camminare tanto è un’efficace prevenzione per la circolazione nelle gambe, che potrebbe un po’ risentire per la terapia.