Ultimamente ho insistito molto su questo argomento, e il motivo è evidente: chi afferma che la chiusura imposta nel marzo scorso sia stata “neutra” sulle cure e gli esami oncologici sta mentendo. Ci sono stati ritardi e interruzioni di servizi su tutto il territorio, e ci auguriamo che l’impatto oncologico sia minimo. La realtà è che dovremmo riflettere molto bene prima di negare un accesso ampio a chi chiede, legittimamente, prevenzione e cura per un tumore al seno (vale per tutti i tumori, ma mi concentro sulla mia specializzazione).
Il teleconsulto, che all’inizio vedeva scettico anche me, si è rivelato uno strumento potentissimo e molto favorevole per:
- ridurre gli spostamenti da casa ai centri oncologici
- ridurre le spese per i pazienti
- fornire un controllo scientificamente valido e profondamente empatico a chi ha il diritto di restare in stretto contatto con i propri medici
- organizzare al meglio esami, visite e interventi terapeutici (anche chirurgici) stabilendo di volta in volta urgenze e priorità
Ormai le obiezioni non valgono più: la qualità di un consulto eseguito con gli strumenti a disposizione (Zoom, Skype eccetera) dipende dalla coscienza e dalla capacità dei medici di applicare la medesima meticolosità rispetto alle prestazioni “in presenza”.
Non ho mai affermato che il teleconsulto sia migliore di una visita: continuo e continuerò a visitare e operare tutti i giorni, ma ritengo che in un periodo come questo sostituire un controllo necessario con una sessione in remoto per chi altrimenti dovrebbe affrontare un viaggio (con tante incertezze e grosse difficoltà) faccia parte di “scienza e coscienza”. E, sinceramente, le persone che hanno ricevuto il teleconsulto da me si sono dette felicissime del livello di comunicazione, di calma (nessuno ci corre dietro, possiamo anche restare a chiacchierare un po’), di precisione, di empatia. Nessun paziente in teleconsulto ha perso l’occasione per una visita o per un intervento chirurgico: abbiamo anzi organizzato gli incontri fisici meglio e con tempestività, evitando lungaggini e intoppi sul percorso.
Tempi difficili chiedono risposte da parte di tutti, nessuno di noi è escluso dalla responsabilità di affrontare le difficoltà in modo costruttivo. Criticare una modalità di visita che oggi garantisce la continuità di presenza significa non avere ben presente cosa significhi prestare la cura.Il teleconsulto è una delle armi contro il tumore: non sostituisce niente, semplicemente integra e rende più facile la relazione con i medici. Non andrebbe sottovalutato.